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lunedì 22 giugno 2015

(parentesi di me): missione in india 7

La Mother House è un palazzo che fa angolo con tante finestre e persiane color ocra. Non è segnalato con chissà che targhe o indicazioni... è immerso nel traffico di una delle tante strade di Calcutta, tra il suono di clacson e lo smog.


stabile esterno - foto da web

porta d'ingresso - foto da web
Appena entriamo dal portone le Suore dal Saree bianco e azzurro ci accorgono con un sorriso. E' davvero particolare incontrare qualcuno che indossa quella veste, quando l'hai vista sempre solo su una persona come Madre Teresa. Nel cortile interno c'è una piccola grotta con dentro la Madonna e, a lato, una teca di vetro con una statua dedicata a Madre Teresa che accudisce un bambino appena nato... di una tenerezza disarmante; in fondo, sulla destra, in poche stanze viene riassunta la vita dell'odierna Santa con qualche foto, cartello in inglese e qualche piccolo oggetto suo.
Mi sembra più rispettoso non scattare foto in questo luogo perchè voglio che il ricordo di questi luoghi rimanga impresso nella mia mente, non su un pezzo di carta. L'emozione è tanta... non perchè il luogo sia chissà che cosa... non è sfarzoso come i nostri santuari, non ci sono altari o statue di particolare sfarzo. E' tutto molto semplice e nella sua semplicità unico.
In alcuni orari della giornata si può fare visita anche alla stanzetta dove dormiva la Madre, ma noi siamo fuori tempo, per cui nulla.
Il vero cuore della Casa è la sala della preghiera, al centro di essa si trova infatti la tomba in marmo della Madre con una targa.
La superficie è adornata da fiori freschi che le suore cambiano di frequente... ma non come da noi... con i petali dei fiori o le corolle intere scrivono una breve frase del Vangelo o della Madre. Molti pellegrini che entrano a visitare la tomba, lasciano su di essa un biglietto con alcune intenzioni... avrei voluto scrivere qualche cosa anche io ma, in quel momento, mi sono sentita talmente piccola, che non avrei potuto scrivere nulla di sensato... io che avevo tutto, che non mi mancava nulla, che ho avuto la fortuna di crescere in un luogo non ho mai vissuto nè fame, nè povertà, nè dolore... forse avrei potuto solo scrivere grazie.
La sala non è grande ma riesce a contenere sempre le persone al suo interno come un guscio che abbraccia i visitatori e li accompagna nella preghiera. C'è posto per tutti, anche per quella statua in dimensione reale accovacciata nel punto dove Madre Teresa si fermava a pregare. E' un po' come averla vicino, si sente che è lì...
Un grande crocifisso spalanca le sue braccia tra le finestre aperte e la scritta "Ho Sete" "I'm thirsty" fa davvero pensare alle rifressioni che la Madre può avere fatto lì, seduta a terra, nel suo semplice angolino.
Chiediamo il permesso di celebrare la S. Messa lì dentro, visto che con noi viaggia anche un Sacerdote, e a me viene affidato il compito di leggere le letture, dal momento che i miei compagni di viaggio sanno quanto ci tengo a quel luogo... inutile dire quanto ero emozionata, anche se la mia lingua non la capivano in più di 10 persone, in alcuni momenti, ho trattenuto a fatica le lacrime. Ma la tensione si è piano piano distesa e non mi sono impappinata...
Al termine della celebrazione e della visita, a tutti coloro che lo desiderano, viene donata una medaglietta della Madonna che io tengo gelosamente al collo sempre e ovunque.
E poi via alla scoperta di Calcutta con tante nuove emozioni.

Al prossimo racconto!



2 commenti:

  1. Entrare nella Mother House e pensare a cosa si è fatto e si è vissuto lì, dava una sensazione incredibile!!! Madre Teresa è vita

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    1. Riscrivere ora queste esperienze, nonostante siano passati 4 anni, è come riviverle una seconda volta... certe emozioni sono nella memoria e non si dimenticano!

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