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lunedì 12 giugno 2017
(parentesi di me): le mie scuole medie - parte 1 -
Dopo aver fatto un resoconto delle scuole elementari qui (parte prima) e qui (parte seconda) non potevo non proseguire nel racconto della mia vita scolastica che, per fortuna, dalle medie in poi ha preso una svolta positiva.
Passati i 5 anni di inferno, infatti, i miei genitori erano preoccupati su come avrei proseguito gli studi, quali difficoltà avrei potuto incontrare, non tanto a livello di "materie", ma soprattutto a livello personale. La possibilità poi di avere come insegnante di lettere/storia/geografia un uomo (descritto dalla gente come burbero), non li rassicurava per nulla...
Invece proprio Lui è stato la mia fortuna!
L'aspetto un po' burbero ce lo aveva, ma le sue "occhiatacce" le riservava a chi era un fannullone, un pigro ma, soprattutto, non tollerava i bugiardi!!! Ha sempre premiato chi ci metteva l'impegno e la "farina del suo sacco" e sempre aiutato chi aveva delle difficoltà.
Oltre a spiegare le materie di sua competenza, parlava in classe di quello che accadeva intorno a noi, dei fatti più importanti in Italia e nel Mondo, talvolta commentava i titoli del giornale che quotidianamente acquistava.
Non sopportava che nelle sue ore si masticasse la "cicca" (chewingum) e, si ti beccava - cioè sempre-, te la faceva sputare nel cestino; idem per le caramelle, erano ammese solo quelle per la gola/raucedine.
Preferiva correggere i compiti con il tratto-pen rosso, quello con la punta da 0,4, sui fogli protocollo a margine largo, che sono diventati i miei preferiti.
Alla fine di ogni tema faceva un breve commento sul lavoro svolto, poi metteva voto e firma, uno scarabocchio che, visto al primo sguardo, non voleva dire niente... ma mi ha sempre affascinato la manualità con cui lo disegnava sulla carta, senza mai staccare la penna.
Non scorderò mai quando, in un momento di lettura in classe, ha fatto il mio nome: all'epoca non leggevo scorrevolmente e, leggere davanti a tutti, mi veniva ancora più ansia. Arrivati al punto mi insegnò un trucchetto per facilitarmi nella lettura: mi disse di guardare con la coda dell'occhio le parole vicine a quella che stavo leggendo, così da essere pronta a leggerle subito dopo.
Detto così sembra una stupidata, ma per me funzionò.
Poco alla volta, iniziai ad avvicinarmi alla lettura, ai romanzi, alla poesia.
Ho imparato a scrivere quello che pensavo, senza filtri, in modo personale, grazie anche al "diario giornaliero" che consigliò fin dal primo giorno a tutti i suoi allievi: un esercizio di scrittura costante che ho coltivato per molti anni a seguire.
Tante sono le gite che la nostra classe ha fatto con lui, una in particolare non ce la scorderemo mai... né io, né Lui: Roma. Ho passato 4 dei 5 giorni complessivi a letto, tra dissenteria e vomito, ho visitato il pronto soccorso e sono mezza svenuta in Quirinale.
Quattro giorni a sorseggiare Coca-Cola, a Roma non ci tornerò mai più, ma la presenza costante sua e della moglie (anche lei professoressa), mi hanno dato coraggio!!!
Oltre a Lui, molti sono stati gli insegnati che si sono susseguiti nei tre anni... da quella di Musica (che aveva il mio stesso nome) a quello di Matematica e Scienze, da quelli di Educazione fisica a quella di Educazione Artistica (insegnante mia e dia mia sorella) che il destino mi ha fatto rincontrare tante volte anche in tipografia!
Tre anni bellissimi, che mi hanno fatto crescere come persona, oltre che nella cultura.
Ma il resto ve lo racconto un'altra volta....
Io, come fosse ti ho già scritto, ho apprezzato di più le elementari che le medie ma, anche in queste ultime, ho incontrato degli insegnanti che erano persone eccezionali...e fanno la differenza, come si intuisce da ciò che scrivi tu!
RispondiEliminaE sì, hai proprio ragione... fanno la differenza eccome!
EliminaAnni fa lo sono andata a trovare a scuola, quando ancora insegnava nello stesso mio istituto... detestava chi sbirciava dentro nella sua aula dalla finestrella, durante la lezione... tanto è vero che la maggior parte delle volte teneva la porta spalancata (tanto c'era silenzio e ordine in classe). Per capire in che classe era non ti dico che acrobazie ho fatto... dopo aver bussato e aperto la porta ho detto "buongiorno Professore"... lui mi guarda e mi raggela con lo sguardo (altro che forzen!)... io alzo le spalle e dico "...non mi riconosce?" a quel punto gli si illuminano gli occhi e gli si apre un sorriso " Oh, Elisabetta!!!!", gli alunni di prima sgranano le pupille... ma io ritrovo il mio Professore di sempre! E la cosa strana è che il mio destino scolastico è sempre stato segnato da insegnanti uomini, tutti descritti come burberi...