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domenica 22 dicembre 2019

barriere mentali

Mi capita spesso di osservare la gente, le persone, le mamme...
Penso sempre che i sociologi e chi fa delle ricerche dovrebbe venire ad osservare il crocchio di gente fuori da scuola per capire davvero la realtà che ci circonda, non analizzare dati.

Vivo in un piccolo paese per cui tutti conoscono più o meno tutti e, a volte sembrerò anche un orso che non parla con nessuno, ma guardare, ascoltare e osservare come una persona si pone, come una persona si veste, che parole usa, come rivolge agli altri lo sguardo... mi fa riflettere e capire tante cose...

Come tre anni fa, purtroppo, si tende a raggruppare per etnia la folla, e dentro ogni gruppetto si parla una lingua diversa... solo qualche eccezione, soprattutto tra quelli che abitano da più tempo qui, stanno iniziando a sdoganare questi gruppetti, allargando la cerchia... speriamo possano essere di più...

C'è quel Nonno che arriva a piedi, con la giacca o il cappotto di un taglio antico che non ne trovi più, strisciando il piede sinistro e, ad ogni passo, alzando la spalla sinistra come per compiere un saltino. Arriva dal fondo alla strada e sembra aver camminato a lungo, è visibilmente stanco, tanto da sostenersi vigorosamente alla ringhiera, per tirare un po' il fiato.
Ha una gestualità nel togliersi il cappello quando entra come un teatrante gentiluomo su un palcoscenico. E' straniero, non parla italiano, ma se lo saluti gli si apre un sorriso e china la testa in segno di buongiorno.

C'è una Mamma che, soprattutto quando faceva meno freddo, osservavo per il gusto nel vestire. Non ha capi particolarmente colorati, veste abiti occidentali, non quelli tradizionali delle coetanee, ma hanno dei dettagli di strass, di cuciture, dei tagli che le stanno davvero bene (e che piacciono anche a me, nonostante abbiamo una corporatura differente). Sa portare bene persino la montatura degli occhiali...
Tiene banco nel suo gruppo, si vede che è una energica, una "caciarona" diremmo noi!
Quando dice la sua si aggiusta la giacchetta, come per puntualizzare, ma si vede dal volto che è anche una donna dolce. Quando l'ho salutata una mattina si è visibilemente stupita, non se lo aspettava...
Io non conosco la sua lingua ma, ascoltando quelle donne parlare (tra l'altro hanno una lingua con suoni molto musicali), mi sembra di capire il senso generale del loro discorso, forse perchè qualche volta alternano parole in italiano, forse perchè le mamme hanno tutte un po' le stesse preoccupazioni...

C'è un Papà da solo, le basette canute gli escono dal cappello a basco in feltro grigio, è straniero ma parla bene in italiano, anche con i suoi figli, non guarda il cellulare per ammazzare l'attesa, non parla di calcio con il gruppetto dei papà che si conoscono, si appoggia alla fine della ringhiera in una posa statica e osserva, anche lui, le mamme straniere posizionate davanti a lui, come se quella possa essere l'unica collocazione che possa avere in quel contesto. Ha un cappotto grigio, lungo, elegante... deve fare un lavoro d'ufficio, perchè è sempre ordinato e preciso, al contrario di me, che sembro una scappata da casa...

C'è una Nonna che arriva a piedi con il suo abito tradizionale che, con questo freddo, sembrerebbe troppo leggero, ma che ricopre con un mega sciarpone per riscaldarsi. Si siede sulla panchina, alle elementari, e si rannichia con le ginocchia con un'elasticità da ventenne. Ma anche la sua camminata è a tratti sbilenca, forse anche a causa dell'abito lungo. Non parla italiano, non parla con nessuno... se non con il nipote che attende fuori da scuola. Le siedono al fianco altre Nonne, italiane e straniere, ma pare sia invisibile... E a me verrebbe una voglia di attaccar bottone con Lei che voi non potete immaginare...

Fuori da scuola, nella fila all'ospedale, in un supermercato... troveremo sempre chi è straniero, chi è nuovo, chi non sa parlare la nostra lingua...
Ma, a priori, non dobbiamo porre delle barriere mentali, non dobbiamo erigere dei muri. Io sono curiosa di sapere dove quella Mamma ha comprato quella bella maglietta, dove lavora quel Papà, da dove provengono la Nonna e quanto ha camminato quel Nonno.
Non c'è un "tra noi" e un "tra loro"... perchè andiamo tutti nella stessa scuola, nello stesso asilo, a fare le stesse cose e con gli stessi fini...
Tutti gli stranieri all'estero tendono a fare gruppo fra loro, ma potrei entrarci anche io nella tuo gruppo e tu nel mio ed allargarlo...

Non è vero che se non si conosce la lingua non conosci le persone...
Ci sono linguaggi che vanno oltre parole.

Questo video, per esempio, non so in che lingua sia...
avrebbe potuto essere girato in tutti i paesi e le lingue del mondo,
si sarebbe comunque capito benissimo.





Secondo me alla fine dice: "Scusatemi, era l'unico modo per rivedervi..."
E secondo voi?


Buon Natale



6 commenti:

  1. Che bello questo tuo post così ricco di umanità, un’umanità differente e per questo bella, un’unanimità che ci fa scoprire il meraviglioso caleidoscopio di persone che ci circondano, solo se abbiamo occhi che sanno vedere oltre che guardare. Buon Natale a te e a tutta la tua bella famiglia.
    sinforosa

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    1. Grazie Sinforosa, Un Sereno Natale anche a te!
      Un abbraccio
      Eli

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  2. E' molto bello questo post. Pero' mi viene da scriverti: se hai curiosità di conoscere e sapere, se ti sembra assurdo questo "noi" e "voi", perchè non fai il primo passo? Io il tuo sorriso l'ho conosciuto: è dolce, timido ma deciso...secondo me non potranno che ricambiarlo e rispondere alle tue curiosità e tua alle loro e chissà, magari aprirai a un "tutti noi".
    p.s. BUON COMPLEANNO!!!!

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    1. Grazie Giulia! Da una parte di dico che hai ragione, dall'altra ti dico che forse è un limite mio... ho sempre timore di passare per invadente, per curiosa, non so dire la parola giusta al momento giusto.... in compenso mi sono accorta di riuscire ad attaccare bene bottone con i Nonni (ne conosco un sacco!), le Mamme stanno un po' sulle loro... sembra di rompere loro le palle... o forse sono io che sono un po' vecchia dentro!!! :)
      Con l'anno nuovo ci proverò ad abbattere la mia barriera, intanto lo scambio di sorrisi è un ottimo modo per sentirsi benvenuti dappertutto!

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  3. Bello il tuo post, condivido tutto ciò che scrivi. Io non avendo figli non ho la fortuna di attendere fuori dalla scuola, ma sicuramente hai il mio carattere che come me ti piace osservare e capire le persone. Più di una volta mi è successo camminando per strada nel paese in cui vivo di sorridere alle persone che non conoscevo e vedevo che ricambiavano, con stupore, specialmente gli anziani.

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    1. Grazie Marta, come ho già scritto, con gli anziani è più facile attaccare bottone, forse perchè non sono attaccati allo smartphone... forse perchè scambiano più volentieri due chiacchiere, anche sul meteo, ma pur sempre due chiacchiere... a volte vado più d'accordo con i nonni che con i genitori!!!
      Un abbraccio, Eli

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