lunedì 27 aprile 2020

Fase 2

Siamo alle soglie di quella che chiamano Fase 2 che, sostanzialmente, per le mamme è identica alla precedente.

Non si contano più i giorni, non si contano più le settimane, qui si parla di mesi.
Dopo la prima rabbia divenuta rassegnazione, personalmente sono passata alla riflessione tramutata in esaurimento, per poi tornare alla delusione.

Si, delusione... perchè sotto i miei occhi vedo un'Italia disunita, polemica, poco costruttiva e disorganizzata. E' vero, non è una situazione facile, non ci sono decisioni facili da prendere, c'è di mezzo la salute e probabilmente nemmeno chi è al vertice ha i dati necessari per capire come agire, in quale parte proseguire.
Se le direttive hanno poco senso, pochissimi, nel loro piccolo vertice, alzano la manina per proporre modifiche e, ancora meno, decidono di cambiare rotta e prendere la guida del proprio Paese.
Ma il problema di fondo è un altro. La sensazione è che nessuno si voglia prendere la responsabilità di fare qualche cosa per paura di essere attaccata, di sbagliare e, francamente, le maschera del paraculo e delle code di paglia sono quelle a cui darei fuoco.
Emettono decreti senza pensare alle conseguenze, non hanno alternative, altri piani, non hanno nemmeno qualcuno da cui copiare... quando dall'altra parte si propongono cose, vengono segate a priori, anzi, tra gli stessi concittadini, invece di trovare una soluzione, per il bene comune, c'è un attacco verbale ancora più feroce. Ognuno guarda il proprio orto... il genere umano con comprende come vivere dai propri errori, persevera e ricomincia da capo. Che delusione...

Prima di trovare una soluzione concreta per l'istruzione, si discute su come mettere in sicurezza gli impianti balneari... O__O  forse le vacanze sono un argomento di discussione più importante, vengono al primo posto, anzichè la scuola.

Ma torniamo alla mia realtà.
Vagando nel web, unico punto di incontro con il genere umano che abbia più di 8 anni compiuti, ho trovato artisti che mi hanno fatto pensare e ragionare su me stessa. Mi sono accorta che diversi processi dello studio dell'immagine e dell'arte, volenti o nolenti, li avevo o li ho attraversati anche io.
Solo che, queste persone, oggi sono artisti con un nome affermato, riconosciuto, hanno scritto libri, hanno inquadrato il loro genere e cercano di diffonderlo ad altre generazioni.
Io, forse per paura di intraprendere una strada non battuta e non avendola ben ancora chiara in testa, ho preferito prendere quella più sicura, quella che già conoscevo, rimanere nella mia "confort-zone", che mi assicurava di pagare il mutuo/le tasse senza dovermi tirare il collo... ho preferito non rischiare, non lasciarmi andare, come spesso faccio anche in altri ambiti, per carattere, mi sono tirata indietro perchè, come prima cosa, non sono sicura di me, non prometto cose in cui non ho la certezza di riuscire, perchè voglio siano fatte bene, non ho rischiato perchè devo avere tutto sotto controllo ma poi crollo, mentalmente, e sclero.
In questi giorni ho avuto questa percezione di me stessa.
Ma sono giornate talmente strane, piene e vuote allo stesso tempo, che il tempo, con due bambini al seguito, si esaurisce alla sera senza un incentivo, un barlume di idea e, qualora qualcosa dovesse venire, è continuamente a intermittenza, interrotta tra un "devo fare la pipì", "Mamma vieni!" ecc. ed è snervante, almeno per me.

Proprio in questi giorni ho imparato che, alcune persone con cui mi incontravo abitualmente, non mi mancano per niente... altre lontane, invece, sono diventate quelle che vorrei rivedere per prime. Strano no...?

Credo che una delle parole che ho ripetuto più spesso in questo periodo sia stata "Basta", detta con un'esasperazione che rasenta la follia e l'esaurimento.
Ho pianto, ho gridato in bagno... sì, lo ammetto.
Ho detto anche cose che non avrei dovuto dire... e non intendo solo parolacce... ma cose che in quel momento sentivo davvero di dire ma che non fa piacere ascoltare.

La parte uno/due dei social è che qualsiasi donna, che sia sigle-moglie-mamma- plurimamma, ha dentro sè un rancore e una rabbia in questi giorni che potrebbe sputare fuoco tipo un drago.
Qualsiasi commento o racconto uno faccia, c'è SEMPRE (e sottolineo SEMPRE) qualcuna che ha la verità in tasca, deve dirti la sua (anche quando non è richiesto) e deve avere per forza ragione fino all'ultima battuta.
Ho letto dispute da brividi dove un sano vaffa alla fine, forse, sarebbe stato meno tagliente di certe parole.
Tante volte mi sono trattenuta dal commentare perchè, nell'arena di facebook in modo particolare, nessuno ascolta nessuno e tutti devono dire tutto.
Risultato: non si arriva da nessuna parte.
Ognuna ha una realtà diversa, quello che a te va bene a me potrebbe essere scomodo e viceversa ma, se io leggo l'osservazione di una persona, ci ragiono, cerco di capire cosa mi sta dicendo... non è che devo per forza avere ragione o torto solo io o solo lei, non è una gara con un vincitore finale.
Vince chi si capisce, chi si ascolta, chi trova risposte e soluzioni, chi propone, chi valuta, chi cerca di capire nonostante tutto... che non sono cose facili, intendiamoci, ma nemmeno impossibili.

Io che nella mia ignoranza pensavo che azzolina fosse un sinonimo di cazzarola... sono rimasta amareggiata dal fatto che la figura della donna, ancora una volta, è stata screditata proprio da una donna. Invece di andare avanti, si torna all'età della pietra... la donna è vista solo e SOLA come chi DEVE curare il focolare e la prole. Punto. Tra i due genitori, quella a cui viene posto il fardello di casa e figli è sempre la donna. La donna la ha partoriti, per carità, ma non li ha fatti da sola con lo Spirito Santo... Il lavoro degli uomini, probilmente anche più remunerativo, viene scelto come unica strada per mantenersi.
Quante donne in questi mesi hanno rinunciato, sospeso, o completamente concluso il rapporto di lavoro per accudire uno o più figli h24, tappate un casa, magari senza un minimo spazio verde, con età diverse ed esigenze diverse, si sono trasformate in maestre, anche quando per questo titolo non hanno le competenze necessarie??? Ma lo hanno fatto. Zitte, senza lamentarsi, e soprattutto senza una scadenza a questa clausura, senza vedere una fine. Ma, dopo tutto questo tempo, non si può non porsi delle domande... è umano chiedersi "e ora che si fa"?

Perchè ci sono famiglie dove non tutti e due genitori lavorano, non tutti hanno la cassa integrazione (e non si sa per quanto tempo), non tutti hanno lavoro, oppure sono stati costretti a chiudere ma hanno anche affitto e spese fisse che devono affrontare, altri lavoratori a cui dare un salario, oppure lavorano a pieno regime e mettono ogni giorno la propria famiglia a rischio.
C'è chi non può mettere a rischio i nonni, ma non solo... ci sono anche altri casi con malattie. C'è chi i nonni li ha lontani, c'è chi i nonni non li ha affatto, c'è chi non si può permettere una baby sitter... che 8/9 ore al giorno, segnata i regola, con cavolo che prende 600 euro mensili... ma manco in nero...
Ci sono esigenze a cui non è possibile sopperire da soli (e completamente non prese in consideranzione), handicap, difficoltà dell'apprendimento, problemi di salute... che, non sono un specialista, ma non credo miglioreranno in questa situazione.

Dopo due mesi così, anche la ripresa è proporzionale alla povertà.
Esempio: se io azienda ho avuto dei costi e nessun rientro, non investirò, non acquisterò, cercherò anzi di tagliare il più possibile.
Altro esempio: se io dipendente sono stato pagato meno ma ho dovuto affrontare comunque le spese fisse dell'affitto, delle bollette, il cibo... spenderò meno anche dopo, perchè ho già magari attinto ai miei risparmi per "mettere una toppa" a questo momento.
Di tutte le attività che c'erano prima, non so quanti tireranno su ancora la serranda... molte già in ginocchio chiuderanno e altre, messe in condizioni di lavoro a dir poco fantascientifiche (pensate ai parrucchieri che devono disinfettare tutto ogni volta e possono fare un cliente per volta), non apriranno comunque perchè non conveniente.

Non ci sono più buchi per stringere la cintura... e il dogma "la salute viene prima di tutto" vacilla se non si pensa anche a quella mentale, ammesso che non si preferisca impazzire piuttosto che ascoltarsi e avere le palle di fare qualche cosa di concreto.

Ah, dimenticavo... basta ringraziare medici e infermieri... il loro lavoro lo facevano anche prima, diciamogli GRAZIE anche per quando hanno fatto la scelta di questo mestiere PRIMA, non solo quando ci viene comodo perchè abbiamo bisogno.

Non metto immagini, penso che le parole siano già abbastanza.







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