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L'Urlo di E. Munch - foto da web |
Molte delle Mamme in questo periodo di settembre/ottobre iniziano i vari inserimenti al nido/materna oppure affrontano con i propri figli il grande passo della scuola.
Quando sentivo i racconti nel momento in cui io non ero ancora Mamma pensavo: "Ohhh ma come sono apprensive 'ste Mamme... ma vivi e lascia vivere...".
Poi sono diventata Mamma anche io e una serie di dubbi, domande e angoscie sono venute anche a me. Non tanto su quello che potevo fare o non fare io come Mamma (ci sono anche preoccupazioni su quello, ma piano-piano, sto imparando a gestirle e a conviverci)... ma, soprattutto, quando tuo figlio/a è affidato a terzi (siano essi nonni, insegnanti, educatori, baby sitter ecc...).
Perché quando sono ancora piccoli non hanno la capacità di rispondere alla tutte le tue domande in maniera esauriente, non ti raccontano tutto per filo e per segno: "Come è andata?"... il mio piccolo risponde "SI".
Sì cosa? Bene? Cosa hai fatto? Hai giocato fuori? Hai mangiato? Cosa e tutto?
E quando diventano più grandi alla seconda domanda "Cosa hai fatto oggi?" rispondono "Niente" o "Non mi ricordo"... ma chi è andato a scuola tu o la tua controfigura?
Per prima cosa, la persona a cui affidi tuo figlio/a, dovrebbe essere in grado di darti modo di stare tranquilla, di RASSICURARTI.
Altrimenti nella Mamma nascono una serie di paturnie infinite e... una Mamma agitata (o angosciata) trasferisce la stessa preoccupazioni al figlio/a.
Che poi non si capisce perché ma sono sempre le Mamme a dover fare sto' maledetto inserimento, sono sempre loro che si smazzano il sentimento/pentimento di dover lasciare, per necessità, il proprio figlio ad altri, a tagliare il cordone una seconda, una terza volta... che poi, per carità, è giusto staccarsi, fa parte della vita... ma voi avete mai visto un Papà? Diciamola tutta... Forse siamo anche noi donne che vogliamo avere il controllo della cosa, non ci fidiamo nemmeno di loro, dei Papà :D
Eppure siamo sempre noi che dobbiamo spesso gestire casa e lavoro, organizzare tempi e modi di attività scuola ed extrascuola, coloro che hanno il potere decisionale sulla gestione del menage familiare, chi si ricorda di firmare il quaderno, chi prepara il giubbotto e la sciarpa quando comincia ad arrivare il freddo, chi indica loro come si attraversa una strada, chi va a parlare con le Maestre, chi lo porta a fare il vaccino, chi, orgogliosa com'è, non chiede aiuto mai a nessuno.
Io non sono di certo qui a insegnarvi come fare o come non fare... sono la prima a piangere in auto, ad avere gli occhi lucidi, lo ammetto senza problemi. Ma vorrei dare un po' di coraggio alle Mamme che affrontano questo passaggio e dire loro che non sono sole, che non solo le sole a provare questi sentimenti, che non stanno facendo o hanno fatto nulla di sbagliato se loro figlio piange ad ogni ingresso.
Succede. E' una fase. Prima o poi passa. Non lo so... so solo che dobbiamo essere forti. Più forti di quelle emozioni che ci scombinano l'umore, che non ci fanno rimanere concentrate quando lavoriamo perché il nostro pensiero è quel fotogramma con nostro figlio che piange... (che poi passa... e magari cinque minuti dopo non se lo ricordano nemmeno più il perché piangevano, ridono e stanno sereni e noi, a casa o a lavoro, invece, ci crogioliamo...).
Quindi, Mamme, aprite bene le orecchie, non è l'acqua di Lourdes, ma vi potrebbe essere utile (e intanto me li ripasso anche io):
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pensare positivo: guarda il lato positivo delle cose, sempre. Hai un figlio/a sano, che sta bene di salute. A volte penso che, per rendersi davvero conto di quanto è importante il senso della vita, bisognerebbe fare un bel giretto nei reparti d'ospedale... allora lì riesci a focalizzare che essere sano, vivo è una delle cose più belle del mondo.
Di fronte a quello, tutto il resto si ridimensiona.
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essere serena tu (mamma) per prima.
Una mamma serena = figlio sereno. Questa è un equazione infallibile.
Perché, anche se sono piccoli, capiscono e percepiscono TUTTO.
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seguire il proprio istinto. Fregatene di aver paura di essere una mamma rompiballe e apprensiva: se le Maestre non ti dicono abbastanza di quello che vorresti sapere, chiedi tu. In fondo, son lì anche per quello... parla con loro, solo così imparerai a conoscerle, anche come persone, ad entrare in empatia, a comunicare con loro e ti farei un'idea del posto, del clima che c'è e se è adatto o meno a tuo figlio. Questo in realtà è un doppio punto,
comunicare è importantissimo: se hai un dubbio, chiedi.
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non prendere per oro colato ciò che dicono le altre mamme, nel limite del possibile.
(vedi la voce sopra: segui il tuo istinto)
Per carità... ascoltale, se vuoi, ma non ti far condizionare dai giudizi altrui. Le donne, soprattutto tra donne, sanno essere spietate e stronze al cubo... ognuno ha le sue opinioni, quello che piace a te potrebbe non piacere ad un altra mamma e viceversa... per cui, prendi con le pinze tutto ciò che ti viene detto e valuta con il tuo metro e i tuoi occhi, non con le parole degli altri.
Ciò non vuol dire non confrontarsi... anzi, spesso, è proprio nel momento in cui due Mamme si confidano un dubbio che, insieme, non si sentono più sole e riescono a "sgarbugliarlo".
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ognuno ha i suoi tempi. Io francamente non credo alle leggende metropolitane dei bimbi che non hanno mai fatto una piega in uno dei tanti momenti di distacco. Esisteranno anche... ma non sono umani! Poi Ognuno è fatto in modo diverso. Abbiamo noi adulti "le giornate no" come pure i bambini... Ma se noi comunichiamo (Mamma&Bimbo e Mamma&Insegnante e Insegnante&Bimbo) ce la possiamo fare!
Ah, ultima cosa... A volte è più difficile per il genitore fare l'inserimento come genitore, piuttosto che per il bimbo... per cui, non spaventatevi... è tutto normale!