|
foto da web |
Non sono una di quelle mamme che fa vedere al proprio figlio solo il bello delle cose...
E' difficile, perché d'istinto viene sempre da proteggerli dal male... ma la triste verità è che, oltre a non esserci per sempre e quindi imparare a camminare da soli, ci saranno momenti nella vita in cui dovranno affrontare delle situazioni "meno belle" e quindi mi sento il dovere di spiegargli il perché accadono cose che non vorremmo, non solo per metterlo in guardia e "prepararlo" per non essere colto alla sprovvista, ma anche per farlo ragionare su cosa è bene e cosa è male e non fargli commettere le stesse stupidaggini.
Questa estate, infatti, oltre ai bei ricordi, abbiamo avuto due spiacevoli momenti dovuti alla maleducazione e all'ignoranza... due brutte bestie che, insieme, fanno scintille!
Una si svolge presso un parchetto, con un bambino quasi coetaneo del mio che, munito di super arma con dardi, comanda agli altri il gioco da eseguire: trovare bambini stupidi e portarli al suo cospetto.
Per fare cosa? Per sparargli in faccia, anzi no... nelle palle (non ho censurato nulla... finezza allo stato puro). Genitori? Lontani da lui e impegnati nelle chiacchiere con un'altra coppia.
Avendo ascoltato il discorso mi sento in dovere di intervenire fermando questo pseudo gioco, chiedendogli:
"A te farebbe piacere che ti sparassero nelle palle con 'sto coso?"
Alzando gli occhi al cielo come per pensare, con un sorrisetto strafottente e con un po' di spallucce, non fa in tempo a rispondere che io gli dico "Non credo proprio".
Prendo mio figlio e lo porto via, spiegandogli che non si gioca né ci si comporta così.
Pochi minuti dopo, consegna l'arma alla madre e intanto accenna a segnalarmi come la persona che gli ha fatto un'osservazione. Ma la mamma, che non ne aveva manco per le balle, diciamolo, assume uno sguardo di sufficienza e la ritira.
Pochi minuti dopo propone di costruire una pistola, tanto per cambiare, richiedendo come materiale per realizzarla un palloncino che, "casualmente", avevo in mano io.
Il crocchio poi si sposta in un punto in cui ci sono degli alberi, ma stanno facendo dei lavori di ristrutturazione, degli scavi e alcune radici spuntano dal terreno. Questi, sempre capeggiati dallo stesso bimbo, si accaniscono a strappare le radici da terra tipo tiro alla fune.
Interviene un'altra mamma ammonendoli che così si potrebbero fare male, che ci sono bambini piccoli e sposta sua figlia ma, poco dopo, quando il bambino prende anche un bastone (un ramo bello corposo, accatastato nelle vicinanze) interviene un altro papà che porta via un altro bambino...
A parte un flebile "attenti" del papà del bambino in questione, i giochi proseguono e noi cambiamo parchetto.
Ma è possibile che due persone adulte non capiscano che, se vai al parco, sia fuori luogo portare un arma con i dardi, men che meno in mano ad un bambino, figuriamoci in mezzo ad altre persone di tutte le età... Possibile che devo stare attenta a quello che dico, a come intervengo ma, soprattutto, dover essere io ad intervenire e a cambiare luogo pubblico per giocare in modo sano e normale?
Quando dovrebbe essere il contrario, tu genitore lo dovresti prendere per il cravattino e chiedergli che cosa diavolo sta facendo????
Secondo episodio.
Rientriamo a casa da un pomeriggio di gioco nel giardino dei nonni, fa caldo.
Una giovane fanciulla (minorenne) con degli short improbabili ma alla moda, pedala lungo la strada.
L'auto davanti a noi, con due giovani uomini, si ferma per chiederle "un'informazione", in mezzo ad un incrocio. Dopo pochi secondi mio marito suona il clacson.
Con qualche protesta, l'auto avanza di qualche metro... all'imboccatura di una rotonda, facendo allungare ancora di più la coda di auto dietro di noi.
Mio marito, risuona... l'auto (e anche la ragazza!), alterati, fanno gesti come per dire "Ma cosa vuoi?" (tradotto in modo fine).
L'auto si sposta più avanti, accosta, forse alla ricerca della ragazzina che, nel frattempo, se ne è andata e noi passiamo oltre.
Pochi secondi dopo, la stessa auto, sgasa a tutta velocità, ci affianca, quasi ci sperona nel tentativo di fermarci. Io chiamo il 112 ma, arrivati ad un semaforo rosso, ci fermiamo. L'auto ci affianca di nuovo (ponendosi nell'altra corsia, quindi ancora in mezzo alla strada) e il passeggero scende minacciando mio marito dal finestrino.
Poi si accorge che noi abbiamo a bordo due bambini, o forse che io sono al telefono con i Carabinieri (visto che gli passo l'apparecchio chiedendo di spiegare con parole sue cosa sta facendo...), e ci dice di ringraziare Dio che "se non ci fossero stati i bambini..."
Il piccolo, per fortuna, non ha capito nulla, ma il grande si è spaventato grazie a questi due deficienti.
Ecco, questo è quello che si trova anche in paesini di provincia...
Secondo voi è normale?
A mio figlio, però, non ho fatto credere che l'unico pazzo al mondo lo abbiamo incontrato noi...
Non gli ho detto di ignorarlo, di non reagire la prossima volta...
Forse sbagliando, gli ho chiaramente detto che non sarà né il primo né l'ultimo che incontrerà in vita sua, che il mondo è pieno di questi elementi, che non la pensiamo tutti nella stessa maniera, ma non deve avere paura. Non è un cazzotto che risolve una lite, non è la violenza delle parole, le minacce che lo devono intimorire... le parole vanno usate per difendersi, per reagire, per spegnere la rabbia, soprattutto quando sai di non aver fatto nulla di male.
Non è minacciando che uno si sente più forte, non sono i muscoli o il pugno che ti fa vedere che lo rendono davvero più potente. E' il cervello quello che conta, è il cuore quello che ti dice cosa è giusto e cosa no. E, se non hanno questi, si diventa come quei due in auto.
...Se li avessero visti le loro mamme, non ne sarebbero certo andate fiere, anzi, due sani e vecchi schiaffoni glieli avrebbero dati, seppur ormai adulti... ma, probabilmente, da bambini non hanno ricevuto né quelli né consigli costruttivi, purtroppo.