lunedì 6 novembre 2017

la scala di cristallo

Scala di Escher - immagine da web


Bene, figliolo, te lo dirò:
la vita per me non è stata una scala di cristallo.
Ci furono chiodi e schegge ed assi sconnesse,
e tratti senza tappeti sul pavimento - nudi.
Ma per tutto il tempo
seguitai a salire
e raggiunsi pianerottoli,
e voltai angoli
e qualche volta camminai nel buio
dove non era spiraglio di luce.
Così, ragazzo, non tornare indietro.
Non fermarti sui gradini
perché trovi ardua l’ascesa.
Non cadere ora
perché io vado avanti, amor mio,
continuo a salire
e la vita per me non è stata
una scala di cristallo.

Langston Hughes


Questa è stata la prima poesia che ho letto a scuola, in prima media, la prima che ho compreso nel senso più profondo, non solo studiato. Non ho conservato il testo originale, ma ricordo di aver preso appunti ai lati della pagina. L'autore afroamericano pensa ad un messaggio scritto da una madre per il figlio, per spiegare a lui (e a noi lettori) quanto la vita possa essere dura ma, nonostante ciò, lo sprona a proseguire, senza mai arrendersi.

Tutte le mattine quando porto a scuola mio figlio, penso a questa poesia.
Penso a cosa mi posso inventare per fargli salire da solo quelle due rampe di scale che lo conducono alla sua classe, la prima elementare, che, giusto per non venire incontro, non potevano mettere al piano terra? No.
Dall'inizio dell'anno sarà riuscito a farle da solo (e senza tante storie) 5/6 volte.
I genitori non possono portare i figli davanti alla porta dell'aula, vengono subito (giustamente) bloccati all'ingresso dalla Signora Bidella (che io chiamo ancora così... forse ora avrà un altro nome.. operatrice scolastica... non lo so...) che ha il compito di ammonire con un cartellino rosso appena un piede adulto raggiunge il primo scalino.
Ma, Carissima Bidella, se mio figlio non vuole entrare, piange e punta i piedi, mi spieghi come faccio a fargli salire le scale? C'è chi ha sensibilità e gli occhi per capire che ho bisogno di una mano, di un aiutino per farlo salire con un po' complicità...nulla di che... e chi ci fa fare questo teatrino fino al suono della campanella, nella speranza che il miracolo accada da solo.
Abbiamo provato in tanti modi...
- sali con un "vecchio" amichetto
- sali con un nuovo compagno di classe
- sali fino al pianerottolo che la mamma ti saluta e poi prosegui, praticamente sei quasi arrivato
- sali che la maestra ti aspetta in classe
- sali e scopri quanti compagni sono arrivati e chi deve ancora entrare
- il tuo compagno è a metà scala, raggiungilo
- abbiamo fatto le prove a casa con lo zaino, fingendo che la nostra scala sia come quella di scuola
- se sali 30 volte di fila facciamo una X sul calendario e poi arriva un premio
- se sali stasera puoi accendere i videogiochi con il papà
(ma neanche il ricatto come ultima spiaggia ha funzionato)

Il motivo per cui non sale?
La confusione... eh... perché alla scuola materna stavano tutti in religioso silenzio? Non credo, allora facciamo passare prima "il grosso" dei bambini poi sali tu? Nella teoria è SI, ma nella pratica, quando è il momento di salire, diventa un NO.
Non mi piacciono le scale... ancora il potere di volare non ce l'abbiamo... hai due belle gambette, usiamole... ma che problema hanno 'ste scale???
Non mi piace andare a scuola... non è del tutto vero, una volta entrato, passa tutto (ho la conferma delle Maestre).
Anzi, settimana scorsa, ha preso anche una nota positiva perché ha lavorato molto bene.
Mi vieni a prendere prima? Ma se tutti fanno un orario, tu non puoi entrare e uscire come vuoi.
Lo so che spararsi 40 ore alla settimana è più un lavoro che una scuola, che ci sono tempi morti in cui tu vorresti essere a casa tua, che sei stanco, stufo...
ma la tua, ora, è davvero una scala di cristallo...

Tu hai la fortuna di imparare a leggere, scrivere, contare, a stare in mezzo alla gente, hai una casa, un letto e una camera tutta tua dove poter dormire, il cibo sulla tavola tutti i giorni, anche quello che preferisci di più dispetto ad altri, hai una famiglia che ti segue, ti vuole bene e si preoccupa per te, hai degli amici, un milione di giochi e tante cose superflue che solo quando diverrai grande capirai a quanto non servano.
E, non per ultima, hai la salute, puoi correre a perdifiato, saltare e arrampicarti, vedere, ascoltare, scoprire, imparare... senza nessun ostacolo.
Hai tutto, ma non sai di averlo... ti manco io?
Ma io ci sono, sono qui che ti aspetto tutti i giorni fuori da scuola.
Sono nel tuo cuore e nei tuoi pensieri, sempre.
E anche quando non ci sarò, rimarrò comunque nei tuoi ricordi, in quello che ti ho insegnato, nei discorsi che ci siamo fatti, nelle cose, negli oggetti, nei profumi che ti faranno venire in mente me.
Stai crescendo, e questo è il momento in cui i gradini devi cominciare a farli da solo.
I frutti del tuo impegno, del sacrificio, della costanza, del "non mollare mai" verranno, se ti sforzi.
Non rinunciare ancor prima di provare, non arrenderti al primo tentativo, non pensare che ci siano vie più facili, rispetto al salire le scale gradino per gradino, al lavorare sodo, facendo spesso delle rinunce. Il bello di salire una scala è superare le proprie difficoltà, non averne paura, buttarsi con un po' di sana incoscienza nelle novità.
E, solo quando sarai più grande ed avrai maturato la tua di esperienza, allora capirai che quella maledetta scala non era nulla a confronto... era solo marmo.
Marmo duro come la tua testa che, in definitiva, assomiglia alla mia testardaggine.





10 commenti:

  1. Era da tempo che un post non mi colpiva tanto, cara Elisabetta. Ora, leggendo queste tue parole, unite alla bellissima poesia che hai riportato e che non conoscevo, mi ha colpito...ecco!
    Nell'apparente semplicità del problema del bimbo di prima elementare che fa i capricci perchè non vuol salire da solo le scale per andare in classe c'è tutto un mondo di pensieri su come quel piccino sta crescendo, sta affrontando un primo cambiamento importante (quello dal mondo un pò "ovattato" e più a misura di bimbo, e più vicino ad una casa, della scuola dell'infanzia a quello della scuola primaria, dove si studia, si sta seduti, ci sono più regole...) e tu hai reso il post davvero speciale, Eli.
    Lo linko subito nella pagina del mio blog intitolata "Vale la pena leggerli!" :)

    Forza, ce la farà un poco alla volta il tuo cucciolo a intraprendere da solo questa salita, vedrai! E tu lo guarderai felice e soddisfatta :)

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    1. Grazie Maris! Hai colto proprio il significato di ciò che intendevo dire!!!
      Mi auguro che piano piano migliori, non sai quanti discorsi gli abbiamo già fatto...
      Grazie di cuore per il posto speciale che hai dato al mio post nel tuo blog!
      Un abbraccio Eli

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  2. Sembra un post ironico, ma si sente una nota così appassionata, amara... Quindi il piccolo è ancora bloccato? Ricordo che me lo scrivevi. Vorrei darti un consiglio ma non ne ho. Se vuoi faccio la psicologa cattiva: "Ma tu sei serena quando lo porti? No, perché... secondo me lui lo sente, che tu non sei serena." Un abbraccio, tieni duro. :*

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    1. Grazie Maddalena! La nota amara c'è, perché non è bello lasciare un figlio in un posto in cui non vuole stare... anche tu lo sai bene... si torna a casa/lavorare con un magone e un groppo in gola che non si può descrivere. Devo dire, però, che rispetto alle primissime settimane dove proprio piangeva disperato, ora si impunta a non voler entrare... più come un blocco/capriccio che come un dispiacere...
      Io sono serena e lo porto con tutto l'incoraggiamento che posso, perché alcune volte (quando l'ho accompagnato io) è anche salito da solo... e quello che mi fa arrabbiare... ce la fa benissimo, ma non vuole! Sono ancora più tranquilla da quando ho avuto la conferma che una volta entrato gli passa subito... Lui vuole un adulto che lo accompagni, che sia io, la bidella o la sua maestra non importa...
      Tengo duro... prima o poi ce la faremo! Un abbraccio Eli

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  3. Eheh, bel post.
    Pure io ho fatto storie per entrare a scuola.
    Ma, tra tutte le prove che hai elencato, e le varie motivazioni, non è che semplicemente c'è l'inconscio rifiuto di RINCHIUDERSI in quella gabbia? :D

    Moz-

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    1. Grazie Moz! Ma guarda, sicuramente la scuola non è il posto più bello della terra (in generale, eh)...ma c'è anche di peggio! Il fatto che debbano comunque starci fino alle 16,30, a parer mio, è pesante, anche se ci sono delle pause. I ritmi tra la materna e l'elementare sono completamente diversi, forse è questo che lo ha destabilizzato un pochino... ma piano, piano, dovrà farci l'abitudine.

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  4. Ma che bel post Elisabetta.
    Non conoscevo la poesia. La trovo veramente perfetta per raccontare com'è la vita.
    Il tuo bimbo sta crescendo e crescere non è mai facile.
    Ma sono certa che con il tuo affetto e la tua pazienza salirà tutte le scale della vita senza fermarsi, anche se non saranno sempre facili da affrontare.
    Un forte abbraccio
    Maria

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    1. Grazie Maria! Intanto comunico che abbiamo avuto un miglioramento con l'approccio alla scala. Speriamo di continuare così! Il mio ometto sta scoprendo lati di se stesso che non conosceva, in parole povere, cresce... e mi auguro che possa salire tutte le scale che troverà lungo il suo cammino, con i suoi tempi e con me ad incoraggiarlo. Un abbraccio Eli

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  5. Sai che questa poesia per me è nuova? E mi piace moltissimo! Come il tuo post, così sincero è pieno d'amore per tuo figlio ma anche deciso e saggio, nel ricordare che gli ostacoli vanno affrontanti, che superarli con le proprie forze è diverso dal cercare scorciatoie e che lui è un bambino fortunato. Vedrai che gli passerà in fretta, perché ha una mamma che lo sprona con sicurezza, sapendo che crescere può essere duro ma..va fatto!
    Noi in questo periodo abbiamo lo stesso "blocco" per le scale che portano alla camera del ricciolino nella casa nuova, che di giorno sale e scende in continuazione ma di sera diventano un dramma, perché non vuole dormire sopra da solo e inventa ogni scusa, ricatto, pianto ecc. il motivo credo sia lo stesso che per il tuo bimbo: non gli piace il cambiamento e ne ha un po' paura, dunque fa resistenza.

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    1. Queste maledette scale!... quando vogliono loro però le fanno!!!
      Non diciamolo troppo forte, ma tutta la settimana scorsa è riuscito a farle... ci avviciniamo alla porta a step, cerco di distrarlo e di farlo ridere, facciamo passare la confusione iniziale e poi 3,2,1 (con anche il conto alla rovescia, eh) sale con il suo zainone più grande di lui!
      Ognuno ha i suoi tempi e, molto spesso, non coincidono con i nostri, vedrai che anche il Ricciolino salirà con motivazione le scale, quando meno te lo aspetti e sorprendendoti, ancora una volta. Mandagli un bacio da parte mia per il suo compleanno e tante coccole a quei quattro piedini che vedo ogni tanto su fb! :)
      In segreto mi divi dire i nomi degli altri due cuccioli... lo sai che sono curiosa su queste cose! Un abbraccio Eli

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