lunedì 4 settembre 2017

quando mi sembra di sbagliare tutto

foto da web

Ci sono giorni, momenti, attimi in cui mi sembra di sbagliare tutto, come mamma, come persona.
Sono cresciuta con alcuni valori come capo saldo: l'onestà, la giustizia, il rispetto (delle persone e delle regole), la pazienza, l'educazione (di parlare/agire quando è il momento opportuno), il sacrificio, lo sforzo di dare il massimo di sé stessi, aiutare chi ne ha bisogno e anche chi non ce lo chiede ma, visivamente, necessita.
E non parlo di religione o particolari credi... qui si tratta di concetti base dell'umanità, che mi sono talmente entrati dentro, che mi batto con tutta me stessa per farli percepire anche miei figli, in una società, un contesto storico generale che non aiuta per niente a comprendere appieno il significato e l'importanza di queste cose.
Molti di essi, infatti, vengono calpestati ogni giorno, fin dai piccoli gesti, fin dalle micro-realtà.
Oggi prevale la disonestà, cercare sempre di fregare le persone per interessi personali, mentire per nascondere realtà "diverse" dall'altrui, cercare dagli altri ma non dare mai, scavalcare tutti, anche con sotterfugi, pur di arrivare primo, deridere, infrangere le regole, ripetutamente e senza imparare dal proprio errore, menefreghismo e maleducazione al cubo, sfida nel far prevalere sé stessi, avere sempre l'ultima parola, ottenere il massimo con il minimo sforzo, magari facendo lavorare un altro al posto tuo e poi prendendosi il merito, fingersi "amico di" solo al momento buono, non aiutare chi cerca aiuto e ignorare palesemente chi ne ha bisogno.
Ma in che direzione stiamo andando?
Io proprio non riesco a insegnare a mio figlio di rispondere a una provocazione con violenza e poco rispetto, perché io non sono fatta così... ma per sopravvivere e non venire sopraffatti dalla maleducazione devo fargli capire che non sarà né il primo né l'ultimo che incontrerà nel suo cammino e che non si può sempre "incassare", bisogna reagire.
Ed è qui che mi sento di sbagliare tutto, perché ciò quello che gli ho detto crolla come un castello di carta, perché alla prima occasione proverà quell'atteggiamento menefreghista che ha visto fare, perché è uno scudo più forte, una strada più facile, più veloce, rispetto a quello che mamma e papà dicono... ma io, a quel punto, non riuscirò ad essere tanto diplomatica né con lui né con chi gli ha mostrato come fare...
Perché poi quando crescerà, capirà, come ho capito io cosa è giusto e cosa no...
ma intanto incasserà, sbaglierà, verrà sopraffatto, ci rimarrà male, le sue aspettative verranno tarpate... anche da me, magari....
tutto questo aiuta a crescere, non voglio tenerlo sotto una campana di vetro, voglio insegnargli ad essere sicuro, a dire quello che pensa, a battersi per le cose a cui tiene, però per un genitore è una coltellata...
ma solo l'unica a pensare, in certi giorni, momenti, attimi, di sbagliare tutto?


8 commenti:

  1. Non invidio i genitori di oggi: esserlo è molto difficile. Questo è l'unico caso in cui dico 'una volta si stava meglio'. I ragazzini di oggi sono belli e intelligenti, quasi perfetti. Ma in realtà dietro nascondono dei vuoti paurosi. E c'è troppa precocità negli atteggiamenti.

    Per il genitore diventa difficile guidare il ragazzino alla conoscenza del vero mondo, che non è quello bello delle favole che vengono raccontate da bambino.

    Dici bene: davanti a una provocazione grossa, come si deve reagire? La risposta, sinceramente, non so darla neppure ora a 34 anni.

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    1. Quando uno sceglie di essere genitore sà che va incontro a un certo numero di responsabilità, ma solo quando si è dentro si comprende quali siano davvero... soprattutto quando si viene a contatto con altri bambini, altre famiglie, altre realtà... ieri una ragazzina (10-12 anni) girava al parchetto affiancando tutte le mamma con bimbi piccoli, tipo baby-sitter (non richiesta, tra l'altro), continuava a fare domande: e come si chiama il bambino, e quando tempo ha, e chi è il suo papà... al che io le ho chiesto: ma TU sei qui da sola? ...e lei: NO, sono con la mamma.
      E dove cartonacci è tua mamma???? Avrei voluto dirle...
      Dopo una buona mezz'ora, una voce, da tutt'altra parte le grida: "Cosa stai facendo?" e lei risponde: "Sto seguendo questo bambino" (come se la cosa fosse normale... come se ci conoscessimo da 1.000 anni...). Bon, la mamma si è rimessa fissa a chattare davanti al suo bel telefonino e ciao.
      Io glielo avrei fatto ingoiare, il cellulare. Ma capisci anche tu che, in questi casi, non è possibile farlo...
      Poi la stessa ragazzina, fa capolino su una giostra con delle bambine 7-8 anni che, dopo il primo sguardo le dicono "puoi andare via?"
      Io le avrei voluto dire che il pacchetto è di tutti e TUTTI possono andare e fare quel cartonacci che vogliono... (nel limite della decenza, ovvio) ma non si può fare mica tante osservazioni al figlio di un altro.... Quindi... mandi giù, cerchi di fare il male minore, controlli il tuo di figlio e anche quello/i di un'altra/altri e non vedi l'ora di tornartene a casa... così siamo ridotti.

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  2. Ah come ti capisco...
    Pensa che una piao d'anni fa, mio figlio più grande aveva 16 anni, voleva andare assieme ai suoi amici ad una festa dell'ultimo dell'anno. Io mi ero un po' informata sul tipo di festa: alcool senza fine, un numero esagerato di invitati, una zona della città non proprio raccomandabile e cose di questo genere... Lui voleva andarci assolutamente, tanto era assieme ai suoi amici, nessuno degli altri genitori aveva da ridire... alla fine sono riuscita a farlo ragionare e ha deciso di non andare però mi ha detto: "io ho capito e so che hai ragione, però mamma mi hai educato in modo troppo per bene rispetto al mondo che c'è lì fuori!"
    A volte ho proprio l'impressione che abbia ragione, purtroppo!

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    1. Beh, già il fatto che abbia capito le ragioni è un traguardo! Significa che tutto "il lavoro da genitori" fatto in precedenza, non è andato vano... non tutti i figli reagirebbero come il tuo, ragionando e pensando con la propria testa, indipendente da quello che fanno gli altri coetanei. Anche mia mamma, con il senno di poi, mi ha spesso ripetuto di avermi insegnato a essere "troppo educata"... insomma, in certe occasioni, quando ce vò, ce vò!
      ...Comunque, per il quieto vivere, io cerco di essere sempre diplomatica, almeno fin quando non mi fanno esplodere... Teniamo duro! Un abbraccio Eli

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  3. La famiglia quando è amorevole e la nostra casa, grande o piccola che sia, sono un rifugio. Là fuori c'è l'ignoto, in qualunque ambiente, dalla scuola all'oratorio, dalla palestra al parco giochi. Educazione, principi, temperamento, mentalità differenti...non stai sbagliando, ti stai confrontando/scontrando. E' molto difficile, a volte ti potrà sembrare, appunto, di sbagliare tutto. Non ti allontanare mai da quelli che sono per te, ed obiettivamente, buoni principi, nei quali credi. Adattandoli alle circostanze troverai la strada per fronteggiare mali e pericoli, per difendere e proteggere. Da mamma a mamma, questa è la mia esperienza ^_^
    Un caro saluto Elisabetta
    Maris

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    1. Grazie Maris, le tue parole mi danno conforto!
      Quando leggo commenti come il tuo capisco che non sono l'unica pecora nera al mondo, le pecore sono tante e di tante colori... è difficile confrontarsi, trovare una quadra, venirsi un po' incontro al 50% e 50%, provarle un po' tutte, insomma... non allontanandomi dai principi base, dalle fondamenta, senza che la stanchezza, lo sconforto e la fatica prendano il sopravvento.
      Grazie per i tuoi consigli. Un abbraccio grande, Eli

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  4. Non sei la sola, proprio per nulla!!!
    Mi faccio le stesse domande, soprattutto quando a scuola o ai giardinetti mio figlio si approccia con altri bambini dalla educazione totalmente differente e per me non condivisibile...

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    1. Grazie Giulia, questo mi rincuora... ma davvero, davanti a certe scene/persone non riesco a raccapezzarmi... poi io sono una che continua a pensare e ripensare, non riesco a farmi scivolare tutto addosso... uff, che caratteraccio! Un abbraccio Eli

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