lunedì 12 agosto 2019

alla salute, cin-cin!

Non si apprezza davvero lo "stare bene in salute" fino a quando non si fa un giro in un Ospedale.
E' capitato anche a me. Stavo bene, qualche giorno fa, non ho avuto nessun segnale che mi facesse pensare che da lì a poco mi sarei contorta dal dolore...
Nulla di veramente grave, intendiamoci, una colichetta renale.
Bevo poco, bevo niente... in ogni stagione... alle volte anche ai pasti, alla fine, guardo il bicchiere e mi domando: ma non ho ancora bevuto? Sono un caso limite, lo so... ma sorseggiare ogni 5 minuti (e andare in bagno ogni 10) non è del mio DNA. Sta di fatto che alle 7,30 del mattino, marito mi accompagna per un controllo, destinazione: ospedale, pronto soccorso.
Sarò anche strana... ma, a parte quando ho partorito, non sono mai stata in pronto soccorso... è un reparto che proprio non conosco.
Ma dovrebbero proiettarlo fuori quello che succede ogni giorno lì dento, non per criticare, ma per osservare, come in un esperimento, il genere umano... per comprendere quante sfumature esso possiede e per apprezzare di più ciò che ci circonda.

A tutte le ore del giorno e della notte arrivano ambulanze con gente conciata in ogni modo, chi entra senza una scarpa, chi ha la maglia impasticciata di sangue, chi grida dal dolore, chi chiede aiuto, chi dorme su una barella non si sa da quanto...
Ho passato una mattina che non mi scorderò mai.
Ho visto un sacco di anziani in barella, parcheggiati, i più fortunati avevano al loro fianco un figlio o una figlia. Stessi occhi, stessi lineamenti, solo un po' più giovani... non serviva chiedere chi era parente, si vedeva... per assurdo, da fuori uno lo nota molto di più che tra madre/figlio.
E, per ovviare l'attesa, chiacchieri con chi ti sta vicino... una signora filippina che è venuta a trovare l'amica e non riesce a muovere più le gambe, una signora che scalpita per andare a fumarsi una sigaretta (e noi che la copriamo, con le infermiere, dicendo chè andata in bagno...)... alla fine si diventa solidali, in un ambiente così, una signora consola un'anziana sorda vicina di barella, poi... quando è il suo turno... saluta facendo gli auguri agli altri... un'altra chiede di dover andare in bagno... sono visi stanchi, che forse vedrò solo oggi, poi magari non incontrerò più... alcuni di loro, anziani, sono particolarmente pallidi, quasi trasparenti, con pochi capelli bianchi come zucchero filato, hanno gli occhi "liquidi", chi più vivi chi meno... è così che si diventa prima di morire?
In ospedale si vede e si pensa di tutto...
e, vedendo quelle persone soffrire davvero, per anzianità o per dei malesseri, improvvisamente ci si sente meglio... io, in confronto, non ho nulla!
I reni sono a posto, calcoli non ce ne sono... hanno trovato solo un po' di sabbiolina... devo solo bere! Mi sento una miracolata!!!!

E poi osservi anche loro, i medici, le infermiere, le signore delle pulizie nelle loro nuove divise con le bretelline da "Super Mario"... hanno tolto la polvere in posti dove credo che nemmeno in casa mia l'abbia mai tolta... fanno turni allucinanti, ma sono lucidi (io sarei esaurita), li vedi che sono nel loro ambiente, sicuri come se fossero nati per fare quel mestire lì e basta. Vedi la loro passione nei gesti, nelle domande che ti pongono. Un infermiere aveva tatuata sul braccio una frase di tre righe... non ho fatto in tempo a leggerle mentre mi prelevava il sangue... ma sarebbe stato curioso sapere quale mantra avesse scelto da mettere in modo perenne su quel braccio che usa per lavorare... e che spesso mostra alla gente...
I modi gentili, pazienti, di un'altro infermiere canuto che direziona i pazienti dove andare, come un vigile in corsia, con un sorriso contagioso che tranquillizza e dà fiducia. Con calma incastra barelle una a fianco all'altra con una precisione matematica, driblando una carrozzina "fuori fila" ma che in altri posti non potrebbe stare. E l'umanità di una volontaria che passa tra un malato e l'altro per scambiare 4 chiacchiere, per portare una coperta a chi ha freddo, per rincuorare chi aspetta...?
E' vero, passano delle ore, a volte delle giornate, c'è confusione, cè stanchezza... c'è stato anche un blocco informatico che ha rallentato tutte le lastre...
ma che culo (passatemi il termine) si fanno quelli che lavorano in pronto soccorso?
Alle volte uno non ci pensa neanche... vede solo i disagi... vede solo sè stesso, vede solo quel bicchiere mezzo vuoto che, in realtà, un po' d'acqua ce l'ha.
Ma io, a queste persone, faccio un inchino, dico grazie, quando esco.
E alla loro salute, brindo... con acqua, per espellere la sabbiolina che, avrei preferito, fosse quella di una bella vacanza al mare...


4 commenti:

  1. Contenta che sia stato cosa da poco facilmente risolta (anche perchè io i calcoli li ho avuti e so il dolore) e felice anche che tu abbia visto il buono del PS. Purtroppo le mie esperienze, anche recenti, in quel della mia cittadina, sono state disastrose: altro che umanità e voglia di fare! Non discuto sulla competenza perchè non ne ho la conoscenza (anche se qualcosa potrei dirla, a posteriori) ma sul resto...meno male che ci sono realtà in cui riesci ancora a scorgere il bicchiere mezzo pieno!

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    1. Io cerco di scovare sempre "il bello delle cose"... ovvio che ci sono anche tratti meno carini da vedere... ma siamo tutti esseri umani, qualche sgarro ci sta, purchè non vada a gran discapito di nessuno!!!

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  2. Bisogna mettersi d'impegno per bere acqua, mia bevanda preferita, ma chissà quando si viene obbligati a farlo si fa più fatica. Per quanto riguarda il PS io abito in un paese di 16.000 abitanti ed ancora c'è il rispetto umano, non devi mai fare la coda, sei seguito bene. Ed anch'io ringrazio sempre perchè vedo che gli operatori lo fanno con il cuore il loro lavoro. Per quanto riguarda le pulizie, anch'io ho notato la stessa tua cosa, pulire dove a casa non l'ho mai fatto. Un abbraccio grande.

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    1. Guarda, faccio una fatica che non ti dico... poi ripenso a dover lasciare i miei bimbi a qualcuno, alla coda, al male... e un sorsetto me lo bevo! Poi, piccolo e grande che sia il paese, io credo che se hanno la passione per il loro lavoro, l'ospedale funziona, quasi sempre. Un abbraccio, Eli

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