venerdì 6 settembre 2019

Scusate se esisto!

E poi, una sera, riesci a vedere un bel film, dopo anni, accanto al marito, una commedia che ti incolla al divano per sapere come va a finire, che rispecchia lo spaccato italiano, ti fa ridere e riflettere.

Serena Bruno fa uno di quei tanti lavori per cui la lingua italiana non prevede il femminile, l'architetto, lo svolge con passione, oltre che con tecnica e personalità.
Si, personalità, perchè ci mette del suo anche dal punto di vista umano... quello che crea con uno schizzo a matita su un tovagliolo sarà uno spazio dove per prima vengono le persone, non il cemento, il giro di soldi, le mafie per gli appalti.

Decide perfino di tornare dopo anni all'estero nella sua Italia, a Roma... ma non l'aspetta un futuro facile, non perchè non sia competente, ma perchè è donna.
L'unica, o forse tra le poche, ad avere le palle di presentarsi ai colloqui, di fare tutto l'iter e gli incartamenti come si deve... in mezzo a tanti uomini.

Ma non viene scelta mai, tranne quando dice di lavorare per un uomo e rappresentarlo in sua mancanza. Solo allora viene presa in considerazione, solo allora esite... anche se con un finto nome: Giulia.

Tutto questo le è possibile grazie all'appoggio di un amico, Francesco, che si presta a reggerle il gioco finchè il progetto viene approvato.
Durante la storia si susseguono una serie di raccamboleschi imprevisti che, bugia su bugia, permettono a Giulia di arrivare quasi fino alla fine.

Paola Cortellesi, che veste a pennello il ruolo di Serena (ispirata dal vero progetto di Guendalina Salimei), rende ironica una realtà viva ancora oggi e tipicamente italiana.
Quelle belle clausole che presentano alle donne quando si inizia un contratto (vedi la voce gravidanza)... quando pensano che Anversa sia solo una città straniera, come se nascere all'estero desse qualcosa di più che aversi fatto un mazzo a studiare le lingue... quando le donne, per mantenersi un posto fisso, vomitano nel bagno dell'ufficio, oppure sono le prime ad entrare e le ultime ad uscire, con al telefono i figli e per le mani il lavoro da sbrigare... ma non per questo vengono pagate almeno tanto quanto un uomo.
Quando il loro ruolo passa dal fare i caffè, le fotocopie ad organizzare giornate incastrando i capricci del Capo alla propria vita personale, ormai inesistente.
Tutti sanno tutto, ma nessuno fa niente.
Tutti lo vorrebbero mandare a quel paese, quel Capo, ma nessuno lo fa, per tenersi stretto il lavoro.

Il progetto di riqualificazione del Corviale, che esiste davvero, infatti, ci ha messo dieci anni per passare dal concorso ai lavori, dopo due ricorsi al Tar.
Perchè? Perchè siamo in Italia.
Burocrazia, mancanza di soldi e quella voglia di mettere il bastone tra le ruote, di farsi la guerra pur di frenare i lavori per chissà quali interessi... sono il vero "marcio" italiano.
Invece di velocizzare, migliorare la qualità della vita, fare un lavoro sensato, da noi si fa l'opposto, tanto c'è tempo...
intanto tutti sanno, ma nessuno fa niente...
e una donna, quando entra in un ufficio di uomini, deve sempre dare un colpo di tosse prima di salutare e di scusare di esistere.


p.s. Ho apprezzato anche la parte di Raul Bova, anche se un pochino mi ha fatto impressione... per me che da ragazzina avevo il suo calendario appeso nell'armadio... vederlo interpretare il ruolo di omosessuale... non ce la posso fare, scusate, ma mi si infrange un pezzetto di cuore adolescenziale!




Trailer ufficiale del film "Scusate se esisto"





3 commenti:

  1. Sento tanta amarezza nelle tue parole di commento ad un film che hai evidentemente molto apprezzato (e che mi hai fatto venire voglia di vedere). Vorrei dirti che non è vero che quella che descrivi è la realtà ma, da libera professionista e donna e pure nel profondo Nord di Italia, posso solo confermare che, ahimè, è davvero cosi'. Condivido tutta la tua amarezza e mi domando continuamente cosa possiamo fare noi per dare una svolta, per aiutare un cambiamento che spero che prima o poi si riesca ad ottenere.

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    1. La mia amarezza è dovuta al fatto che la Donna venga costantemente discriminata nonostante abbia un ruolo sociale importantissimo... potrei anche descrivere il rovescio della medaglia, cioè il punto di vista dell'azienda (...ne avrei di aneddoti da raccontare...)ma credo che al di là del fatto uomo/donna uno datore/datrice di lavoro dovrebbe capire il Valore di una persona, e la persona assunta dovrebbe lavorare ed impegnarsi con onestà e passione, come se la ditta fosse un po' sua. Fino a quando questo non succederà... sarà difficile attuare dei cambiamenti.

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