lunedì 12 settembre 2016

(parentesi di me): e se fosse capitato a me...

immagine da web


Ogni giorno la vita ci ricorda di essere appesi ad un filo...
un filo invisibile che, quando meno te lo aspetti, si stacca, si spezza e non lascia dietro di sé nulla di buono.

Troppo spesso mi chiedo: ma come faccio a spiegare una cosa così ai miei bambini, ai miei figli?
Come faccio a fargli capire che la vita è crudele, che non sempre la decidiamo noi, che le cose a volte accadono anche non per volontà nostra?
Come faccio a raccontargli perché è successa una cosa brutta?
Senza, soprattutto, trasmettergli paura?

Una malattia, un incidente, una fatalità, un caso, un evento della natura, essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Oggi ci sono, domani non ci sono più.
E se fosse capitato a me?

Credo che in certe occasioni, pensare a come potrebbero essere non è che l'1% di quello che uno vive davvero quando capitano queste cose.
Credo che ci sia la disperazione, le lacrime, credo che ci si chieda "perché a me"? "perché così"? "perché proprio adesso"? e non credo ci siano delle risposte.
O perlomeno delle risposte valide, che rincuorino e diano speranza.

Perdere un affetto ti fa capire che non servono le cose materiali.
Che nulla vale più un gesto, una carezza, un bacio, un sorriso. Di riaverlo qui ancora un secondo.
E allora forse è questo che posso spiegare ai miei bimbi: di godere di queste cose, dello stare insieme.

Vi racconto un episodio accaduto qualche settimana fa:
il mio bimbo è andato giocare a casa di un suo compagno di classe e, al termine del pomeriggio, Tatino ha fatto una scena apocalittica perché non voleva tornare a casa.
Si è innamorato della casa, ma soprattutto dei giochi di questo bimbo.
E' stata dura convincerlo a venire via, era proprio disperato, ed è la prima volta che mi capita una cosa simile.
Nel tragitto di ritorno mi anche detto di voler fare addirittura "cambio-casa".

Allora io gli ho detto:
"Tu pensa se il bambino di quella casa fosse stato geloso dei suoi giochi, se avesse avuto una piva lunga fin per terra tutto il giorno, se ti avesse dato i pizzicotti tutto il tempo...
non credo che avresti voluto ritornare a casa di quel bimbo... vero?
Quello che conta è come si giocare insieme, non importa con che cosa. Che sia un gioco grande o un gioco di fantasia. Se uno è antipatico, mica ci si diverte!!!"

Questo è solo un esempio banale, certo non posso paragonare un gioco ad una disgrazia.
Ma quello che non si deve perdere di vista è il concetto di non risparmiarsi, di godere delle piccole gioie e di ricordare quanto le persone vicine a noi fanno ed hanno fatto per noi, con gesti non con le cose. Perché quelli restano, si imparano, si tramandano ma le cose non dicono nulla, sono mute.

Perché non sappiamo quale sarà l'ultima volta che ci vedremo.
Ma possiamo conservare un buon ricordo del nostro incontro.
Possiamo trasmettere questo a chi è rimasto accanto a noi.
Possiamo cercare di far sì che il nostro dispiacere non lo passi nessun altro, o perlomeno il minor numero possibile di persone.
Possiamo continuare a donare gesti, carezze, baci e sorrisi.
Vivere la vita come se fosse sempre l'ultimo giorno.


10 commenti:

  1. Elisabetta...grazie! tutto vero ciò che dici,soprattutto ciò che pensi. Pillole di vita che sto cercando di insegnare a mio figlio,ogni giorno. Però,ora che ha 12 anni,si sta accorgendo che i coetanei attorno a lui non hanno ricevuto questi "consigli" dai suoi genitori,ma tutt'altro. Sono egoisti,materiali. E lui ora si trova male...e soffre. Ma io sono convinta che prima o poi troverà qualcuno con la stessa sensibilità per la vita e allora,starà meglio di loro!

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    1. Grazie a te Mamma Danda! Hai proprio ragione! Un'altra piaga è che, nonostante quel che accada, sono proprio i genitori a dare un esempio di egoismo, di materialità... e a pagarne le conseguenze sono sempre loro: i bambini... e questo mi fa arrabbiare ancora di più! Anche io nutro la speranza che ci siano bimbi come il mio (con dietro dei genitori simili a noi), anche se, fino ad ora, ne ho contati sulle dita di una mano... Forza Mamma Danda, facciamoci coraggio e continuiamo a seminare la voglia di vivere, quella sana, vera e pura... quando cresceranno, raccoglieranno i loro frutti! Un abbraccio Eli

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  2. Elisabetta...grazie! tutto vero ciò che dici,soprattutto ciò che pensi. Pillole di vita che sto cercando di insegnare a mio figlio,ogni giorno. Però,ora che ha 12 anni,si sta accorgendo che i coetanei attorno a lui non hanno ricevuto questi "consigli" dai suoi genitori,ma tutt'altro. Sono egoisti,materiali. E lui ora si trova male...e soffre. Ma io sono convinta che prima o poi troverà qualcuno con la stessa sensibilità per la vita e allora,starà meglio di loro!

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  3. Elisabetta, hai ragione. Proprio ragione. Sono riflessioni che faccio spesso anche io, ogni volta che perdo una persona a me vicina o sento notizie di tragedie che mi colpiscono al cuore, anche se non sono toccate a me.
    Spero proprio che i nostri figli lo capiscano, lo imparino, anche grazie al nostro esempio.
    Brava!

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    1. Grazie Giulia! L'importanza dell'esempio è troppo spesso sottovalutata... non sai quante volte, osservando un bambino, ho visto gli stessi gesti, parole, espressioni dei genitori... (anche nel mio Tatino) alcune volte belli, altri molto meno... sono il nostro specchio, che vogliamo o no. E noi dobbiamo essere i primi non solo a piegargli la teoria ma a mettere in pratica!!! Un abbraccio Eli

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  4. Hai perfettamente ragione! E non mi vengano a dire che i bambini sono piccoli e devono essere lasciati fuori da certe realtà.
    Piccoli sì ma non stupidi e se le cose sono spiegate benem con parole adatte a loro comprendono eccome. Certo che se nooi genitori poi facciamo l'opposto restano confusi. Disorientati.
    Il loro esempio insieme alle parole sono un insegnamento importante.
    Sì, come dice mamma Danda, si scontreranno con chi simili insegnamenti non ha mai avuto però con la nostra presenza e il dialogo che instaureremo con loro diventaranno forti e capaci di distinguere tra gli atteggiamenti giuti e quelli sbagliati.
    Bacio!

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    1. Grazie Patricia! E' quello che spero anche io... noi gli diamo le basi e gli strumenti e loro, imparando e crescendo, saranno capaci di distinguere cosa è bene e cosa è male ma, soprattutto, che non esistono scorciatoie, che bisogna anche un pochino faticare... e che i traguardi più belli saranno proprio quelli in salita e difficili.
      Un abbraccio Eli

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  5. È vero Elisabetta! Ora ci siamo, tra un minuto non più...
    Quindi perché avvelenati?
    Viviamo ed amiamo! È la cosa più bella che possiamo fare! 😊

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    1. Grazie Silvia! Anche tu, qualche tempo fa, hai scritto un bellissimo post affrontando questo tema... io mi sono sentita di scriverlo ora perché la settimana scorsa sono stata scossa da un lutto. L'unico modo per andare avanti è reagire, anche se è difficile. Le tue scintille di gioia sono l'esempio di come trovare sempre qualche cosa di bello anche quando ci sembra tutto buio, triste e senza un senso. Un abbraccio! Eli

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  6. Se fossimo tutti più consapevoli della nostra provvisorietà il mondo sarebbe certamente un posto migliore, ogni gioia e ogni dolore acquisterebbe un peso diverso .....poi la fede ci insegna che niente andrà perduto ....ma trasformato. Grazie per questa riflessione.Abbraccio
    Gio

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