martedì 19 maggio 2015

(parentesi di me): missione in india 5

Durante il viaggio non sono mancati dei momenti in cui l'ultimo posto in cui avrei voluto essere era lì.
Mi sto riferendo ai momenti di malessere fisico, quando le pastiglie che si prendono per fare questi viaggi (per proteggersi dalla malaria, per esempio) cominciano ad avere effetti collaterali come nausea, capogiri, vomito e un gran giramento di balle... perchè, diciamolo, stare male lontano da casa è proprio una brutta cosa.
In più fa caldo, ti senti tutto appiccicato di sudore e ripensi a come sarebbe stare a casa tua nel mese di novembre, tra le castagne e la polenta sotto una bella copertina di lana...

Il primo a risentirne è stato mio marito che dopo una giornata a letto si è ripreso.
E' toccato poi a me, con anche l'arrivo di qualche altra cosa - cose di donne - che mi ha fatto rinunciare al viaggio-escursione in treno a Varanasi.
Lo spostamento in treno è durato molto più del previsto... i tempi indiani sono da prendere un po' con le pinze...
Così io e Roberto siamo rimasti a Ranchi, nella casa delle Sister, ed abbiamo dato una mano, per quanto si potesse, all'idraulico e all'architetto (nostri compagni di viaggio) che hanno prestato le loro competenze nella struttura (allora in contruzione, oggi terminata) della nuova scuola.

il cantiere nel 2010 della nuova scuola

Abbiamo incontrato costruttori, muratori e "muratori donna": sì, perchè la produzione della malta/cemento è affidata alle donne.
Ricordo che il contruttore, che parlava un pochino d'inglese, ha avuto una curiosa discussione con l'idraulico per quanto riguarda l'installazione dei lavandini.
In India la maggior parte dei lavandini, per chi può permettersene uno, è fatta così:



Il pezzo di ceramica è sostenuto da due staffe di metallo e, sotto di esso, parte un tubicino (in plastica) che conduce ad una griglia nel pavimento, una sorta di tombino, che raccoglie l'acqua anche della doccia, delimitata dal piccolo gradino nel pavimento.
E' vero che i rubinetti non hanno per niente una forte pressione e un getto consistente... ma gli scarichi si fanno diversamente!
Il bello è stato anche quando hanno consegnato i lavandini in ceramica ordinati nuovi per la scuola: sono arrivati su un'ape-car imballati nel... fieno! Bell'idea: resistente ma anche biodegradabile.

India e le sue incongruenze...
Dal barbiere si ispirano ai tagli di capelli di Zac Efron (esposto in vetrina in basso a destra) quando, come tratti somatici non hanno proprio nulla in comune, e gli impianti elettrici a norma sono un groviglio di cavi volanti al quale bisognerebbe passare con dovute distanze di sicurezza.





Ma venendo a contatto in prima persona con queste realtà si rimane sconvolti in tutti i 5 sensi.

- vista: per la vivacità dei colori, dei tessuti, ma anche per le contraddizioni che questo paese ha sotto tante forme diverse.

- udito: un frastuono tremento di auto, moto, clacson... non c'è mai silenzio, la città è sempre in fermento a qualsiasi ora del giorno e della notte.

- gusto: a parte il riso e il "chapati" i sapori sono decisi e piccantissimi.

- olfatto: gli odori sono moltiplicati all'inverosimile, dal fritto alla plastica bruciata, dal carburante alle spezie, dall'incenso allo smog.

- tatto: il calore, l'accoglienza e l'ospitalità di questi luoghi è un abbraccio che ti avvolge.


Al prossimo racconto! 

5 commenti:

  1. Davvero molto bella questa descrizione che hai dato....sono realtà molto diverse dalla nostra ma che ci fanno riflettere su come vivono gli altri e le loro abitudini....grazie davvero molto interessante :)^__^

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    1. Grazie Vivi! Solo viaggiando si scoprono tanti aspetti di come vivono gli altri, si apre la mente e si imparano moltissime cose... anche apprezzare di più ciò che si ha! Un abbraccio Eli

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  2. Davvero molto bella questa descrizione che hai dato....sono realtà molto diverse dalla nostra ma che ci fanno riflettere su come vivono gli altri e le loro abitudini....grazie davvero molto interessante :)^__^

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  3. Mamma che viaggio hai fatto!!
    Questa terra è proprio un mondo a se...
    Bacioni
    Lisa

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    1. Grazie Lisa! Ti assicuro che lo rifarei anche adesso! Bisogna andarci almeno una volta nella vita... è un viaggio che ti segna e che ti fa apprezzare quelle piccole cose che, nella quotidianità, si danno per scontate... Un abbraccio Eli

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