lunedì 5 ottobre 2015

(parentesi di me): missione in india 10

Sono tanti, tantissimi i ricordi che mi porto dietro dal viaggio in India e mai dimenticherò questa avventura, nonostante siano passati già ben 4 anni.
L'esperienza di Calcutta non è stata intensa solo nel momento di "incontro" con Madre Teresa ma anche per un aspetto che mai avrei pensato di poter vivere in prima persona. Calcutta è una città enorme con milioni di persone, è anche un po' meta turistica ma non è si vedono tanti occidentali in giro per le strade... tanto meno una ragazza bianca, bionda, un po' riccia e vestita con abiti (normali) occidentali...
Immaginatemi in mezzo a 300 altre persone con i capelli scuri e lisci, la carnagione scura, vestiti con il tradizionale saree (per tutte le donne)... una mosca bianca!
Al di là dello sguardo curioso dei bambini, molti adulti (uomini e donne) mi guardavano proprio con la faccia attonita e gli occhi sbarrati come se fossi un extraterrestre verde con le antenne... ricordo ancora quando mi sentii gli occhi puntati addosso da tutto un lato di gente che passava con un pulmino... la sensazione più brutta della terra.
Forse ho percepito in modo amplificato questa sensazione ma, essere fissati, non è per niente bello...
Ho pensato immediatamente a quando io, dalle mie parti, potevo aver rivolto uno sguardo così ad uno straniero... mi sono sentita morire... non era uno sguardo cattivo o di disprezzo ma proprio di "come sei diverso" O__O
Avevo con me un cappellino nero, me lo sono calcato ben bene sulla testa, nascondendoci dentro tutti i capelli.
Per fortuna il mio abbigliamento è sempre un po' sportivo: jeans e maglietta, no scollature, scarpe basse e via andare... insomma, senza uno sguardo approfondito, avrei potuto sembrare un ragazzo (visto che non sono nemmeno formosa, anzi, proprio una tavola da stiro!).
La cosa strana è che proprio in una grande città come quella, che accoglie un così gran numero di persone, mi sono sentita "diversa" mentre a Ranchi, che da noi potrebbe essere definito un piccolo paese di periferia, ma che in realtà è molto più grande e intensamente popolato, mi hanno accolta in modo più ospitale, anche per le strade.
Da quel giorno, se mi capita di incrociare uno straniero, gli sorrido; perchè possa capire, al di là della lingua, che sono uguale a lui usando la maniera più internazionale che esite: l'espressione del volto... e anche perchè è proprio quello che avrei desiderato vedere su un volto lontano da casa mia, non degli occhi sgranati.

foto da web


2 commenti:

  1. Ciao Elisabetta, grazie per questo bellissimo post e anche l'altro sulle suore di Calcutta. Madre Teresa, a cui sono molto devota, è stata una figura fondamentale per la mia fede,la cito spesso (anche nel blog) il suo esempio di santità così concreta e umana ha coinvolto e cambiato la vita di molte persone. Molto bella e significativa la tua esperienza ....si , il sorriso dice tutto ...Italo Calvino scrisse :"Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda."
    Buona giornata
    Gio

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    Risposte
    1. Grazie Gio! So che anche tu apprezzi Madre Teresa, vedere dal vivo le sue opere e il territorio dove ha vissuto ed aiutato milioni di persone è stata una delle emozioni più grandi di tutta la mia vita, una cosa che mi porterò dentro per sempre e che spero di saper trasmettere anche ai miei cuccioli! Bella e verissima la frase di Calvino! Un abbraccio Eli

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